Chirurgia della labiopalatoschisi

La schisi congenita del labbro e del palato è la più frequente malformazione facciale di interesse dello specialista in Chirurgia Plastica e Maxillo-Facciale: in media un bambino con labiopalatoschisi ogni 800-1000 nati. Il difetto può essere limitato al labbro o comprendere anche la gengiva (processo alveolare) e il palato (Labiopalatoschisi); vi sono anche forme in cui il difetto riguarda solo il palato e il labbro è normale (Palatoschisi isolata).

Il difetto può essere monolaterale (più frequente sul lato sinistro) oppure bilaterale, molto più raro; si tratta di una malformazione responsabile di un importante danno morfo-funzionale che riguarda:

  1. l’aspetto estetico del viso, per la deformità del labbro, del naso e dell’arcata dentaria;
  2. la funzione fonatoria, per l’abnorme comunicazione fra cavità nasale e cavità orale;
  3. la funzione occlusale, per la dislocazione dei processi alveolari;
  4. la funzione uditiva, per il possibile malfunzionamento della tuba di Eustachio.

E’ necessario pertanto un trattamento multidisciplinare, che prevede il coinvolgimento del chirurgo plastico e/o maxillo-facciale, dell’ortodonzista, del logopedista e dell’otorinolaringoiatra, con l’obiettivo finale di ripristinare una normale armonia del viso, una normale fonazione ed una normale occlusione.

Molto importate è la cronologia degli interventi: oggi si tende ad intervenire più precocemente che in passato, anticipando a 2-3 mesi di età la data della chiusura del labbro e del processo alveolare e a 5-6 mesi di età l’epoca della chiusura del palato. La precoce riparazione del labbro è importante perché oltre a correggere l’alterazione estetica più evidente aiuta a contenere la progressione della deformità dei processi alveolari.

La precoce chiusura del palato è importante sia per permettere una normale alimentazione, sia per consentire un corretto inizio della fonazione.

La deformità nasale si ritiene oggi utile trattarla contestualmente alla riparazione del labbro. Infine se durante lo sviluppo, nonostante la chirurgia riparativa effettuata nella prima infanzia ed il trattamento ortodontico successivo, si verificano deformità dei mascellari con conseguente malocclusione, sarà necessario ricorrere (in genere a 18 anni) alla chirurgia ortognatica.

Il trattamento ortodontico rappresenta la premessa indispensabile per effettuare la correzione chirurgica delle anomalie di posizione del mascellare; la retrusione del mascellare superiore è la più frequente alterazione spaziale negli esiti di labiopalatoschisi e pertanto l’avanzamento totale del mascellare è l’ intervento che più spesso si effettua (osteotomia di LeFort I).

Nei casi in cui il mascellare oltre che retruso è contrattoè necessario realizzare, oltre che un avanzamento, un incremento del diametro trasversale. In questi casi è d’obbligo un autoinnesto osseo per garantire la stabilità del risultato (vedi anche Chirurgia Ortognatica).

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